Tempalri ed Alimentazione, il segreto di una lunga vita

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In molte rappresentazioni dei confratelli templari del Medioevo, vediamo spesso persone di una certa età.

Lo stesso Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro, fu arso vivo a 71 anni, e dopo aver subito torture di ogni genere che fiaccherebbero chiunque oggi.

La vita media nel Medioevo era di circa 25 – 40 anni, e le patologie più diffuse erano gotta, diabete mellito, colesterolo e trigliceridi molto alti, oltre alle malattie che falcidiavano la popolazione in quei tempi lontani (basti pensare alla Peste bubbonica che ogni secolo o quasi falcidiava il Vecchio Continente).

Quindi, una errata alimentazione basata principalmente su carni (anche mal conservate e mal gestite), dolci, poca igiene sia personale che globale erano il “brodo priomordiale” di tutti quei patogeni che solo con la civiltà moderna abbiamo avuto il modo di sconfiggere, introducendo nella cultura ed usanze della popolazione mondiale i principi di base dell’igiene (già introdotti per altro da San Bernardo di Chaiaravalle).

Potremmo dire, senza essere smentiti, che l’obesità era esso stesso lo “status symbol” dell’affermazione economica e sociale in una società di tipo feudale che vedeva ampissime fasce di povertà estrema (basti pensare ai Servi della Gleba)

I Templari avevano un segreto per vivere così a lungo?

Elisir alchemici? Patti segreti col diavolo? Adorazione di simulacri non cristiani (il famoso Bafomett) con annessi riti che consentivano una lunga vita?

Un dono divino (o diabolico, a seconda dell’inquisitore)?

No! Molto semplicemente avevano scoperto da un lato la Dieta Mediterranea, dall’altro usavano regole di igiene più stringenti rispetto al loro tempo (tra l’altro predicate anche qualche secolo dopo da Michel de Nostredame, noto come Nostradamus durante la peste di Francia del primo quarto del 1500, che usando regole di igiene più stringenti, salvò molte vite a Lione dove viveva).

Secondo uno studio pubblicato qualche anno fa sulla rivista ‘Digestive and Liver Disease‘ dal titolo “La dieta di Cavalieri Templari: il loro segreto di longevità?“, curato da Francesco Franceschi, direttore della Medicina d’urgenza del policlinico Gemelli di Roma e autore, con il colleghi Roberto Bernabei, Giovanni Gasbarrini e Peter Malfertheiner spiega perché i Templari vivevano più a lungo sopratutto in zone calde come Gerusalemme.

“La dieta dei Templari, molto moderna e se vogliamo antesignana della dieta Mediterranea, combatteva tutte quelle malattie che erano tipiche del Medioevo – afferma Franceschi – : mangiavano poca carne (2 volte a settimana), molti legumi (tre piatti a settimana) che invece oggi si consumano poco, ma sono invece potenti probiotici; il pesce era molto frequente e all’acqua da bere aggiungevano la spremuta di arance per arricchire la carica anti-batterica. Al vino (molto razionato) aggiungevano polpa di Aloe, pianta dotata di azioni antisettiche e funghicide molto utile nei Paesi con climi desertici caldi”.

“La longevità – sottolinea Franceschi – è stata una caratteristica peculiare dei Templari, secondo i documenti storici analizzati: Hugues de Payens morì a 66 anni; l’ultimo gran maestro Jacques de Molay quando fu ucciso, dopo 7 anni di prigione, aveva 71 anni. Al tempo questa eccezionale dote era attribuita a uno speciale ‘regalo’ divino, ma in realtà dietro c’erano abitudini alimentari e igieniche codificate in regole da Bernardo di Chiaravalle”.

L’Ordine Sovrano del Tempio di Jerusalem, nell’ottica di promuovere la cultura e la storia Templare ha progettato un tipo di franchising che consente di poter mangiare allo stesso modo degli antichi cavalieri, chiamato AL MAGNACOLO TEMPLARE, la cui responsabile è la consorella Laura Predizzi e del quale proponiamo una ricetta di seguito

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