Napoli – 8 dicembre lo struscio a San Gregorio Armeno – Photogallery

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Se pensi a Natale, non puoi non pensare a Napoli e a Via San Gregorio Armeno, ormai celeberrima strada del Pastore che da decenni accompagna devoti e cuoriosi nel cuore di una delle strade più famose ed universalmente conosciute al mondo per il Presepe.

Come ogni anno, e, come molti concittadini del Centro Antico sanno, dal giorno dopo la festa di ognisanti inizia la costruzione delle bancarelle nella parte alta di Piazza San Gaetano, in quello che fu l’Agorà Greca, il Foro Romano, il Centro degli affari e della vita pubblica da ormai 3.000 anni quasi.

Ma molti non sanno che la Strada dei Pastori, ha da sempre il suo “core business” in questo settore, fin dai tempi dal periodo Greco-Romano, in quanto l’attuale convento di San Gregorio Armeno, al suo interno contiene un gioiello non molto noto, come la cappella, ormai, dove un tempo vi fu il Tempi di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità, nume tutelare dei raccolti, ma anche dea della nascita, poiché tutti i fiori, la frutta e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni, tant’è che si pensava che avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi.

Secondo una prima tesi, la primaria chiesa edificata in quell’insula sarebbe stata innalzata sulle rovine del tempio di Cerere attorno al 930, nel luogo che secondo la leggenda avrebbe ospitato il monastero fondato da Flavia Giulia Elena, madre dell’imperatore Costantino, di cui santa Patrizia sarebbe stata una discendente (e di cui la chiesa è collocata leggermente più in basso verso l’attuale Via Benedetto Croce, praticamente Spaccanapoli).

Secondo altre fonti più accreditate invece, con molta probabilità la datazione della costruzione originaria risale all’VIII secolo e fu avviata quando nel luogo giunsero un gruppo di monache basiliane seguaci della santa che, in fuga da Costantinopoli, si sarebbero stabilite in città dopo la morte della religiosa, portando con loro anche le reliquie di san Gregorio Armeno (che fu patriarca di Armenia dal 257 al 331).

La storia della strada è lunga, ma ciò che rimane interessante è che, proprio per la presenza di templi grego-romani nei pressi, come l’imponente chiesa di San Paolo Maggiore in piazza San Gaetano, un tempo Tempio dei Dioscuri (erano considerati come protettori dei naviganti durante le tempeste marine), quella stradina ha da sempre baato la sua economia sulla base della rappresentazione dei dei prima e dei personaggi del presepe in epoca attuale.

Con la grande rivoluzione culturale del Presepe Napoletano del 1700, in cui nacque l’usanza di inserire nel scena della natività, personaggi allegorici (ad esempio le botteghe e locande, tipica rappresentazione delle vie del male) e reali dell’aristocrazia napoletana (come ad esempio sovrani, aristocratici e dignitari), le botteghe assunsero il metodo di costruire le statuette, che ancor oggi vediamo, con le fattezze dei VIP dell’epoca e di oggi.

La strada piena di botteghe ed artigiani intenti a lavorare alle statuine, capovalovori unici perché ogni pezzo è fatto a mano singolarmente, viveva il suo clou solo durante il periodo natalizio, ha visto crescere il suo potenziale e la sua fama e prestigio nel corso degli ultimi due decenni in modo particolare, fino a rendrla da strada dei pastori natalizi a strada delle sculture di terracotta, dove non sei VIP se non sei raffigurato in una delle tante botteghe dei mastri pastorari.

Data la grande affluenza di persone,  da quest’anno è stato introdotto il senso unico per i visitatori per ridurre al minimo il disagio dei concittadini e turisti che si accalcano nella stradina
Courtesy Giovanni Di Cecca / MONITORE NAPOLETANO

Photogallery – 8 dicembre 2019 a Via San Gregorio Armeno
Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com — Archivio Storico dicecca.net – MONITORE NAPOLETANO

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